Il sin­go­lare sit-in di Who Gives a Crap

Exhibited by
Sue Kershaw, Direttore per lo Sviluppo, SOFII
Added
March 14, 2014
Medium of Communication
Target Audience
Privati e corporate
Type of Charity
Cooperazione e risposta ad emergenze
Country of Origin
Australia
Date of first appearance
Luglio 2012

Il punto di vista di SOFII:

Spesso siamo invitati a partecipare ad una manifestazione oppure ad a un sit-in a sostegno di una causa che ci sta a cuore. Con questa scheda SOFII vuole raccontare la storia di Simon Griffiths, che ha deciso di prendere una posizione nel vero senso della parola. Questo fundraiser sui generis, infatti, ha trascorso 50 ore seduto in bagno fino a quando non ha raggiunto il suo obiettivo: raccogliere $50.000.

L’impresa sociale Who Gives a Crap aveva deciso di sostenere WaterAid, ONG specializzata nella costruzione di latrine. Il 50% dei guadagni ottenuti dalla vendita della loro carta igienica viene devoluto infatti all’organizzazione. Per poter avviare questa iniziativa, vi era però la necessità di raccogliere fondi. La soluzione attuata per aumentare le vendite ad alcuni parve un’ottima idea, per altri invece fu motivo di critica. Voi che ne pensate?

Ideatore:

Simon Griffiths, co-fondatore di Who Gives a Crap

Riassunto/Obiettivi:

Lo scopo di questa campagna è quello di raccogliere fondi per la produzione e la vendita di carta igienica. Il 50% di questi guadagni viene donato a WaterAid per garantire anche alle popolazioni più povere del mondo l’accesso ad acqua pulita, servizi igienici ed educazione sanitaria.

Background

Who Gives a Crap è senza dubbio un prodotto impertinente, basato su un gioco di parole ben studiato[1] , ma che si riferisce ad un problema molto serio. Circa il 40% della popolazione mondiale, vale a dire 2.4 miliardi di persone, non ha accesso ai servizi igienici basici. L’acqua è veicolo di malattie e infezioni che uccidono 4.000 bambini sotto i 5 anni ogni giorno. In poche e semplici parole, i paesi in via di sviluppo hanno bisogno di bagni.

I fondatori di Who Gives a Crap, Simon Griffiths e Jehan Ratnatunga, si conoscono dai tempi dell’università. Entrambi studenti d’ingegneria, nel 2010 decidono di avviare un’impresa per la produzione di carta igienica. L’idea è però quella di realizzare qualcosa che abbia anche un fine sociale, oltre alla funzionalità ovvia del prodotto. Ben presto anche Danny Alexander, product designer che già in passato aveva lavorato alla realizzazione di prodotti igienici per i paesi in via di sviluppo, si appassiona all’idea.

Ci sono voluti 2 anni di lavoro non solo per sviluppare e affinare il prodotto, ma anche per costruire un business plan in grado di funzionare davvero. Dopo una lunga serie di test, tutto era finalmente pronto per produrre il primo stock di carta. Ma per poter iniziare a produrre in grandi quantità, e quindi cominciare a donare a WaterAid, vi era bisogno di un grande investimento iniziale.

Ed è così che nasce l’iniziativa di Who Gives a Crap. Simon Griffiths lancia la campagna sul sito Indiegogo.com e il 10 luglio decide di organizzare il suo sit-in personale sui generis per sostenere qualcosa in cui crede fermamente: una carta igienica che generi fondi per costruire servizi sanitari nei paesi più poveri. Quel giorno d’estate Simon promette di rimanere seduto sull’asse del gabinetto fino a quando non vengano raccolti $50.000 di prevendita.

Bastano solo 50 ore per raggiungere l’obiettivo, e far sì che Simon esca trionfante dal bagno.


[1]“Who gives a crap” e’ un espressione inglese che potrebbe essere tradotta come “chissene frega”. Il gioco di parole ruota intorno a “crap”, termine che indica qualcosa di sporco, poco importante e allo stesso tempo si riferisce all’atto di defecare.


Caratteristiche Speciali:

Due sono le cose che saltano subito all’occhio in questa campagna:

  • L’intuizione di trasformare un prodotto che è usato da chiunque, ogni giorno, ovunque nel mondo, in uno strumento per aiutare concretamente le popolazioni più svantaggiate.
  • Il coraggio di portare a termine una scommessa decisamente singolare.

Influenza/Impatto:

Questa iniziativa ha raccolto migliaia di dollari in pochissime ore.

Meriti:

E’ sconcertante pensare che ancora oggi migliaia di bambini muoiano ogni giorno semplicemente perché’ non hanno accesso ad acqua potabile e servizi igienici. E quale idea migliore che usare la carta igienica per salvare delle vite? L’impresa sociale ideatrice di questa bizzarra iniziativa è riuscita a trasformare il proprio nome in una e vera e propria sfida e a generare donazioni per aiutare i più bisognosi.

Tradotto da:

Emma Lubrina

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